Il pensiero di un’artista

di Nicola Viceconti e Patrizia Gradito – 28 febbraio 2019
La triste vicenda che ha coinvolto l’artista Emma Marrone, a seguito dell’esclamazione “Aprite i porti”, pronunciata in uno dei suoi concerti, impone una riflessione sulla funzione che ha sempre svolto un certo tipo di impegno nella musica. Ciò per chiarire e ricordare il ruolo di alcuni artisti, in particolari momenti storici. Basti pensare ai cantautori italiani negli anni settanta o all’effetto dirompente della musica rock negli Stati Uniti in piena contestazione giovanile. Innumerevoli sono stati i casi in cui, brani musicali e testi di canzoni si sono trasformati in urla di protesta per reclamare diritti, giustizia e libertà. Canzoni che hanno raccontato storie ed esigenze sociali disattese dalla politica. “Il rock è eversione”, recitava uno slogan sul finire degli anni settanta, e – viene da aggiungere – continua a esserlo.
Al di là della grave offesa gratuita e fuori luogo rivolta a Emma Marrone – che non vale la pena nemmeno ripetere – appare incredibile pensare di zittire il pensiero di un’artista. È una contraddizione in termini immaginare di censurare una cantante limitando la sua espressione. L’invito “pensa a cantare”, più volte intimato nei social all’artista salentina, credendo così di confinare il suo agire e arginare ogni sua critica politica, risulta alquanto paradossale, se si osserva che è stato proprio attraverso alcuni cantanti che sono state veicolate le più importanti rivendicazioni sociali e politiche. Chissà che non ci regali un brano intitolato proprio “Aprite i porti“….
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